Il credito d’imposta può aiutare la tua azienda, agevolando il suo processo di sviluppo. È infatti uno strumento estremamente vantaggioso che consente di ridurre i debiti e le imposte dovute al fisco. Ma come funziona, nello specifico? E cosa prevede la versione 4.0 del credito d’imposta? Ne parliamo in questo articolo.
Cos’è il credito d’imposta e qual è il suo vantaggio
Il credito d’ imposta, noto anche come credito fiscale, è un’agevolazione che consente ai contribuenti di compensare il debito tributario con un importo equivalente a spese sostenute in specifici settori socio-economici. Nella pratica, se un’azienda ha investito in ambiti sostenibili, come come la ricerca e lo sviluppo, l’energia rinnovabile, l’ambiente o l’occupazione giovanile, il meccanismo del credito d’imposta le consentirà di detrarre l’importo delle tasse dovute a diversi enti creditori come: lo Stato, l’INAIL, l’INPS, gli Enti locali e l’ENPALS. In alternativa, le sarà possibile richiederne il rimborso tramite la dichiarazione dei redditi.
Come possono usufruirne le aziende?
Esistono due situazioni distinte per le quali un’azienda può ottenere un credito d’imposta.
- per un errore di calcolo, l’azienda potrebbe aver pagato più tasse del necessario: per compensare questo debito, l’Erario rilascia un credito d’imposta;
- per un bonus fiscale, ovvero un incentivo per le aziende, promosso da un ente, a fare determinati investimenti.
In questa seconda casistica, il valore del credito viene stabilito dall’ente che lo emette, e dipende dalle disposizioni riportate nel relativo bando. L’ente, quindi, definisce l’importo, espresso in termini percentuali, ma anche il tetto massimo di spese su cui calcolarlo. Nel bando vengono inoltre indicate, in modo puntuale, le spese ammissibili, ovvero le categorie di investimento che permettono di beneficiare dei crediti.
Calcolare il credito in caso di bonus fiscale: un esempio
Poniamo il caso che l’azienda X abbia accesso al bando Y, che prevede un credito d’imposta pari al 20% e una spesa minima di 100.000€ per l’acquisto di una specifica categoria di beni o servizi. Questo vuol dire che l’azienda X otterrebbe un credito fiscale di 20.000€ – cifra pari al 20% di 100.000€ – per abbassare le imposte. In alternativa, l’azienda avrebbe la possibilità di ottenere il rimborso del credito, inserendolo nella dichiarazione dei redditi.
Cos’è e come richiedere il credito d’imposta 4.0
Il meccanismo del credito d’imposta è stato incentivato nel Piano Transizione 4.0, nato nel 2020, potenziato nel biennio 2021/2022 e rinnovato, seppur con aliquote meno convenienti, nel 2023. Si tratta di un’iniziativa promossa dal Governo, a sostegno delle imprese con sede in Italia, che prevede la riduzione del carico fiscale in relazione a investimenti eseguiti nel settore della digitalizzazione. L’obiettivo è quello di favorire la transizione delle aziende verso l’Industria 4.0, incoraggiando l’adozione di tecnologie d’avanguardia come l’intelligenza artificiale, l’Internet of Things (IoT), la robotica e la realtà aumentata.
Ma come si richiede il credito d’imposta 4.0?
Per ottenere questa agevolazione, si deve presentare una domanda formale alle autorità competenti e, ovviamente, rispondere positivamente a determinati requisiti. Per esempio, possono usufruirne tutte le aziende con sede sul territorio italiano e le stabili organizzazioni di soggetti non residenti, senza alcuna limitazione settoriale, contabile o fiscale; sono tuttavia escluse, le aziende in stato di crisi o sottoposte a sanzioni interdittive.
Se si rispettano i requisiti, per ottenere un esito positivo dalle autorità, è necessario dimostrare di aver effettuato degli investimenti in tecnologie 4.0 e di aver adottato soluzioni innovative che comportano un’effettiva ottimizzazione delle performance e della produttività aziendale. Le spese ammissibili includono l’acquisto di macchinari e attrezzature tecnologicamente avanzate, software specifici e servizi di consulenza specialistica.
A quanto equivale il valore del credito 4.0?
Il valore del credito e il tetto massimo concesso varia a seconda che si tratti di beni materiali o immateriali.
Nello specifico, per i beni materiali come macchinari o attrezzature, nel limite massimo dei costi ammissibili pari a 20.000.000€, il credito d’imposta equivale al:
- 20% per spese fino a 2,5.000.000 €;
- 10% per spese da 2,5 a 10.000.000 €;
- 5% per spese comprese tra i 10 e i 20.000.000€.
Per i beni immateriali come software o licenze, invece, il credito d’imposta equivale, nel limite massimo dei costi ammissibili pari a 1.000.000€, al:
- 20% del costo per il 2023;
- 15% del costo per il 2024;
- 10% del costo per il 2025.
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Il credito d’imposta, nella sua versione tradizionale, così come nella versione 4.0, è un’agevolazione importante per le aziende. Richiederlo significa ottenere uno sgravio fiscale che consente di sfruttare la liquidità disponibile per il consolidamento e la crescita della propria attività. Tuttavia, ottenere qualsiasi agevolazione senza avere il controllo della condizione finanziaria della propria azienda è rischioso.poiché si potrebbero fare proiezioni errate che, alla lunga, incideranno negativamente sul benessere aziendale.
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