Da imprenditore, ti sarà capitato di ricevere un assegno postdatato. In effetti, questo genere di pagamento è uno strumento ancora molto utilizzato, sebbene sulla carta sia considerato un illecito amministrativo.
Fino a pochi anni fa, la normativa considerava gli assegni postdatati strumenti di pagamento a tutti gli effetti illegali e chi li emetteva era da considerarsi perseguibile penalmente. Dal momento che questo fattore non ne scoraggiava l’utilizzo, il legislatore ha deciso, con il Decreto Legislativo 507/99, di trasformare il reato penale in illecito amministrativo.
In questo articolo, parleremo delle caratteristiche degli assegni postdatati, del perché siano un illecito amministrativo e di come, quando e perché versare, o accettare, un assegno di questa tipologia.
Caratteristiche di un assegno postdatato
Che cosa distingue un ordinario assegno bancario da un assegno postdatato?
Semplicemente la data che, in questo secondo caso, non combacia con quella di emissione. In pratica, se oggi, 27 giugno 2023, compili un assegno, ma inserisci – nell’apposita sezione – una data successiva, l’assegno si dirà postdatato.
Solitamente, chi ricorre a un assegno postdatato ha bisogno di rimandare il pagamento di un bene o servizio, a causa di una crisi di liquidità.
Per questa ragione, l’assegno postdatato implica un tacito accordo, tra chi lo emette e chi lo riceve, che impegna quest’ultimo a non incassare la cifra, prima della data pattuita. Dall’altra parte, chi compila l’assegno deve impegnarsi a rendere possibile la riscossione, entro quello specifico giorno. Ovviamente, si tratta di un patto ufficioso e preso a voce, e che come tale potrebbe essere disatteso da entrambe le parti, con spiacevoli conseguenze.
Ma esiste un’alternativa che consente il pagamento postdatato più sicura? Sì, esiste ed è costituito dalla cambiale.
La cambiale è un titolo di che attribuisce al beneficiario il diritto di farsi pagare una somma determinata alla scadenza indicata sul titolo, in tutta trasparenza. Ciò nonostante, l’assegno postdatato rimane la modalità preferita di pagamento post data d’emissione.
Se ti stai chiedendo perché, il motivo è molto semplice: l’emissione della cambiale, differentemente da quella dell’assegno, non è gratuita, bensì prevede un’ imposta pari al 12 per mille sull’importo.
Come incassare un assegno postdatato?
Come abbiamo accennato, l’assegno postdatato è, a tutti gli effetti, un assegno bancario. L’Articolo 31 del R.D. numero 1736/1933 specifica, che gli assegni bancari siano pagabili a vista, di conseguenza anche un assegno postdatato può essere incassato prima della data riportata. Ovviamente, questo prevede la rottura del tacito accordo di cui sopra, che impegna, ufficiosamente, sia il beneficiario che il debitore.
Qualora si voglia incassare l’assegno prima della data sopra riportata, è necessario regolarizzare l’assegno postdatato. La procedura di regolarizzazione dell’assegno consiste nel pagamento al fisco di un’imposta di bollo stabilita per le cambiali che, come abbiamo accennato, è pari al 12 per mille dell’importo della somma in esso riportata, e delle sanzioni previste in materia di bollo.
Cosa implica tutto questo?
- Probabile rottura dei rapporti con il cliente con cui è stato pattuita, seppure in modo non ufficiale, la postdatazione dell’assegno;
- Grande probabilità di trovarsi di fronte all’impossibilità di incasso.
Cosa avviene in caso di assegno insoluto?
Dopo un primo tentativo di riscossione fallito, il beneficiario viene invitato a presentarsi di nuovo allo sportello bancario, per eseguire un secondo tentativo.
Qualora il pagamento risulti ancora impossibile, il soggetto debitore viene segnalato alla Centrale Allarme Interbancaria, C.A.I.
L’avvio di questo procedimento blocca il soggetto debitore, che non potrà ottenere alcun titolo di credito per un periodo variabile da un minimo di 6 mesi. Chi ha emesso l’assegno non potrà avviare alcuna richiesta di prestito, mutuo, né ottenere un nuovo libretto degli assegni.
In questo periodo, il debitore dovrà assolvere al pagamento dell’importo riportato sull’assegno – ovvero il valore nominale del titolo – con l’aggiunta di una sanzione pari al 10% dell’importo, il rimborso delle spese di addebito per insoluto, delle spese legali e gli interessi di mora.
E per il creditore?
Oltre all’impossibilità di riscuotere la cifra pattuita per il servizio erogato, il beneficiario dovrà pagare le spese per addebito insoluto, applicate dall’istituto bancario. A queste, si aggiungono le spese legali previste per il procedimento di recupero dell’importo contestato.
La possibilità di ricorrere al decreto ingiuntivo è applicabile anche in caso di assegno postdatato?
No, trattandosi di un illecito tra creditore e debitore, l’assegno postdatato non rappresenta una garanzia di pagamento, a differenza della cambiale. Questo significa che qualora risultasse scoperto e la riscossione della cifra risultasse impossibile, esso non potrà essere utilizzato per fare richiesta dal creditore per chiedere un decreto ingiuntivo.
Alcune conclusioni
Vuoi saperne di più sugli assegni bancari, prima di prendere una decisione in merito ai postdatati? Abbiamo dedicato un intero articolo alla compilazione degli assegni: se vuoi capire meglio come si compila un assegno e quale tipologia di assegno scegliere a seconda delle occasioni, clicca qui.
Oppure sei già orientato ad accettare il pagamento dei tuoi servizi con assegni postdatati?
Il nostro consiglio è quello di controllare la solvibilità del cliente, prima di correre il rischio. Il debitore potrebbe trovarsi in una crisi di liquidità momentanea ed essere effettivamente in grado di saldare la cifra alla data pattuita, ma può anche essere che non disponga dei mezzi economici sufficienti per ovviare alla spesa, anche nel prossimo futuro. In sintesi, la sua inaffidabilità potrebbe poi riversarsi sul benessere della tua azienda: non sottovalutarlo!
Infine, un ultimo consiglio: ricorda che monitorare il flusso di cassa della tua azienda, è il primo passo per tutelare lo stato di salute finanziaria aziendale. Sul nostro blog, puoi trovare molti articoli dedicati alla gestione del flusso di cassa, come quello sulla
Gestione flussi di cassa: consigli utili per le aziende.
Monitora il flusso di cassa con Sibill
Gestire consapevolmente e responsabilmente le entrate e uscite è un’attività essenziale per tutelare il tuo business.
Affidandoti a Sibill puoi:
- Collegare tutti i conti bancari per analizzare saldi e movimenti in un unico posto;
- Collegare i sistemi contabili per importare le fatture e ottenere la prima nota con un clic;
- Automatizzare la previsione di cassa e anticipare problemi di liquidità;
- Effettuare la riconciliazione automatica delle fatture risparmiando ore di lavoro manuale;
- Impostare delle notifiche per ricordarti tutti i pagamenti da effettuare o da ricevere.
Vuoi saperne di più? Inizia subito la prova gratuita.