Rateo attivo e passivo: come registrarli nel bilancio

Tra le scritture di assestamento, ci sono il rateo attivo e il rateo passivo, voci importanti nella compilazione del bilancio d’esercizio, che ogni anno l’azienda è tenuta a redigere. In questo articolo, chiariremo qual è la loro funzione e come si registrano.

Ratei esempi e definizione

In merito ai ratei, ecco come recita l’articolo 2424-bis, comma 6, del Codice Civile:

“Nella voce ratei e risconti attivi devono essere iscritti i proventi di competenza dell’esercizio esigibili in esercizi successivi, e i costi sostenuti entro la chiusura dell’esercizio ma di competenza di esercizi successivi. Nella voce ratei e risconti passivi devono essere iscritti i costi di competenza dell’esercizio esigibili in esercizi successivi e i proventi percepiti entro la chiusura dell’esercizio ma di competenza di esercizi successivi. Possono essere iscritte in tali voci soltanto quote di costi e proventi, comuni a due o più esercizi, l’entità dei quali vari in ragione del tempo.”


Dunque, il rateo si riferisce a costi o ricavi la cui manifestazione finanziaria si verificherà nei prossimi esercizi: una quota insomma, di credito o di debito, già maturata dall’azienda, ma non ancora rilevata

Nello specifico:

  • il rateo è considerato attivo, quando è relativo a ricavi di competenza dell’anno in corso, che tuttavia saranno riscossi in futuro; viene collocato nell’attivo di stato patrimoniale e costituisce, nei fatti, un credito a breve.
  •  il rateo è invece considerato passivo, quando è relativo a spese e costi contratti nell’anno corrente, ma che verranno sostenuti in futuro; viene collocato nel passivo di stato patrimoniale e costituisce un debito a breve.

Di seguito trovi un esempio per aiutarti a capire meglio il concetto di quota maturata, ma non ancora liquidata, che caratterizza i ratei.

Poniamo il caso che l’azienda X offra un servizio all’azienda Y con un pagamento quadrimestrale, posticipato al 31 marzo di 5.000€. I quattro mesi si trovano a cavallo tra i due esercizi e il pagamento completo avverrà alla fine del quadrimestre.

Al termine dell’esercizio corrente, la prestazione sarà già maturata per l’equivalente di 1 mese e, nell’ottica di rispettare il principio di competenza economica, in fase di chiusura del bilancio sarà opportuno integrare il mese già maturato.

Ma come? 

  • l’azienda X registrerà un rateo attivo di 5.000 €, così da integrare la quota di ricavi di competenza dell’esercizio in chiusura;
  • l’azienda Y registrerà un rateo passivo di 5.000 €, in modo da integrare la quota di costi di competenza dell’esercizio in chiusura.

Come calcolare i ratei attivi e i ratei passivi

L’esempio che abbiamo appena fornito è molto semplice e intuitivo, ma quando le cifre si complicano, per evitare errori, è meglio affidarsi alla formula per il calcolo dei ratei.

Rateo attivo = ricavo totale X numero dei giorni di competenza : numero dei giorni totali


Rateo passivo = costo totale X numero dei giorni di competenza: numero dei giorni totali

Non perdere il controllo sulla tua liquidità

Valutare e registrare i ratei attivi e passivi è, dal punto di vista contabile, uno step importante. Interpretare il loro valore infatti ti consentirà di inquadrare la tua impresa sul piano patrimoniale; tuttavia quest’azione non è sufficiente per avere un quadro effettivo della liquidità disponibile.

In molte aziende, la differenza tra quanto fatturato e quanto realmente incassato porta a improvvise e impreviste crisi di liquidità, causando una condizione che influisce, inevitabilmente, sul benessere dell’azienda.

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